Colazione da Tiffany.

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  1. sunshine'
     
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    Aprii gli occhi lentamente per abituarmi alla luce che filtrava dalle tende aperte, indice che le mie compagne di stanza si erano già svegliate ed erano uscite senza prestarmi alcuna attenzione, anche se oramai avevo smesso di chiedermi il perchè del loro comportamento. Io non parlavo con loro, loro non parlavano con me, lasciando che le nostre esistenze entrassero in contatto solo in caso di estrema necessità, come i turni per il bagno.
    Passandomi una mano fra i capelli mi sedetti, la manica della grande maglietta che indossavo per dormire scivolò rivelando la spalla, ed esaminai la stanza. I letti erano ancora disfatti, quindi loro dovevano essere uscite da poco. Fortunatamente quella mattina la prima ora l'avremmo avuta buca, quindi non mi preoccupai neanche del ritardo e mi chiusi in bagno per una bella doccia rinfrescante.
    Dopo dieci minuti uscii, la divisa indossata in modo impeccabile e l'immancabile borsa a tracolla su una spalla per dirigermi verso la sala grande. Uno dei lati positivi del svegliarsi sempre tardi rispetto agli altri era la possibilità di scendere in Sala Grande per la colazione quando la maggior parte degli studenti aveva già finito, e visto che odiavo stare in uno spazio chiuso con troppe persone cercavo sempre di evitare la ressa. Infatti ero diventata oramai cliente abituale delle cucine.
    Quella mattina, tuttavia, quando misi naso nella Sala Grande la trovai piuttosto vuota, fatta eccezione per un gruppo di Serpeverde dell'ultimo anno che facevano un po' di casino, quindi decisi di concedermi il lusso di magiare al tavolo della mia casata. Mi avviai a passo lento verso una delle estremità, quella più vicina al tavolo dei professori e più lontana dagli altri e mi lasciai cadere sulla panca con grazia, mentre meditavo su cosa avrei preso quella mattina. Muffin o frittelle?
     
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  2. Leah.
     
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    Hogwarts era cominciata e di certo non mi sarei buttato sui libri in preda al panico, anzi, già dalla prima sera avevo cominciato ad aggiungere tacche sulla testiera del letto. Un raggio di sole mi colpì l'occhio, meritandosi qualche parola poco carina, costringendomi ad alzarmi e a cacciare.. Come si chiamava la rossa nel mio letto? Grace? Rose? Mary? ..Non aveva importanza, ormai non mi serviva più e, detto tra noi, lei poteva fare di meglio. «Tesoro, nottata fantastica, ma ora è meglio che tu vada» dissi mentre con molta calma - quella necessaria a sbandierare il mio corpo mozzafiato - avanzavo verso le docce. Ecco che cominciava il mio "rito di bellezza" quotidiano: flessioni, addominali e doccia con acqua ghiacciata. Non riuscivo a godermi la giornata se no, ognuno ha le sue ossessioni. Tornato in camera la giovane non c'era più, al suo posto trovai un biglietto con dei cuoricini a lato che, senza neanche degnarlo di uno sguardo, cestinai. Non volevo alcun tipo di legame con chi mi portavo a letto: per me il sesso era uno sport, un passatempo. Indossata l'uniforme andai verso la Sala Grande, soffermandomi più volte per le scale a salutare gente che mi veniva comodo conoscere e, soprattutto, a lanciare occhiate ammiccanti in giro. Se mi sentivo un dio? Si, ma si poteva fare di meglio. Entrai e venni travolto dal baccano di alcuni Serpeverde: ecco, in quel caso non ero io a conoscere loro, ma loro a riconoscere me. Mi salutarono da lontano per poi tornare a far baldoria, mentre cercavo di raggiungere l'unica altra anima in quella stanza: una giovane Corvonero che.. Non era affatto male. L'avevo vista un paio di volte nella Sala Comune, però ero sempre molto impegnato a.. Far niente, come al solito. Mi avvicinai, sedendomi difronte a lei, per poi agguantare una mela. «Muffin alla cannella, squisiti» le dissi, indicandole il vassoio poco distante da noi «Ma anche quelli ai mirtilli non sono male» conclusi, addentando il frutto con un ghigno sul volto.
     
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  3. sunshine'
     
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    Ora che avevo del tempo da perdere per rifletterci, sia i muffin che le frittelle erano cibo sostanzialmente ingrassante, pieno di calorie come un tacchino di condimento la vigilia di natale e questo non andava affatto bene alla mia linea. Non che mi preoccupassi poi così tanto del mio aspetto fisico, anzi. Fortunatamente non avevo mai dovuto prestare troppo caso a ciò che mettevo sotto i denti perchè bruciavo tutto subito e di conseguenza tendevo a non ingrassare mai. Evviva i geni nobili di mio padre, allora.
    Appurato che probabilmente non avrebbero intaccato la mia pancia piatta, sul -perdonatemi il gioco di parole- piatto della bilancia salivano altri due fattori, ovvero la squisitezza. Come sarei riuscita a sopravvivere sapendo di aver mangiato la frittella quando il muffin era più buono?
    Fortunatamente -o sfortunatamente dipende dai punti di vista- l'entrata teatrale di Daniel Sapphire mi distolse dai miei pensieri prima che decidessi di mangiarle entrambe e farla finita.
    Osservai con la coda dell'occhio il ragazzo avanzare verso il tavolo dei corvonero, alla fine era anche la sua casa, salutando con un gesto i ragazzi di Serpeverde. Ovviamente li conosceva e altrettanto ovviamente loro conoscevano lui: Tutti conoscevano Daniel, se non di persona almeno di fama.
    Potrete quindi capire come mai rischiai di strozzarmi con la mia stessa saliva quando si sedette sulla panca difronte alla mia, e mi rivolse la parola.
    Mi stava parlando, ma non era il fatto che fosse lui a farlo a sconvolgermi, quanto il fatto che qualcuno mi stesse parlando di propria iniziativa, anche perchè tendenzialmente io ignoravo le persone come Daniel e tutti gli altri 'vip' del castello.
    Comunque, pensai riscuotendomi, visto che fino a quel momento avevo fissato il tavolo inespressiva, senza che alcun cenno di quello che stavo provando trasparisse dalla mai figura, oramai ero in ballo e mi toccava ballare.
    «Non ho mai assaggiato nessuno dei due» Risposi, con un mezzo sorriso, «ma forse dovrei abbassare la voce, non vorrei che gli elfi si offendessero» continuai, con quella che doveva essere una battuta ma che alle mie orecchie suonò come un'affermazione insensata. «Tu quale preferisci?»
     
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  4. Leah.
     
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    Notai subito che non era propriamente a suo agio a scambiare due chiacchiere, probabilmente era una ragazza solitaria. In ogni caso, meglio improvvisare una chiacchierata con lei che con quei bifolchi chiassosi. Le porsi un muffin alla cannella, col migliore dei miei sorrisi - avanti, era carina e, no, la rossa non mi era bastata. Dovevo pur sopportare le lezioni della mattinata.. -, per poi sporgermi verso di lei. «I miei preferiti, non te ne pentirai» dissi, per poi giocherellare con la mela. «Ti ho già visto in Sala Comune, ma non c'è stata occasione di presentarci.. Sono Dan e.. Ah, problemi all'orizzonte». Eccolo, il prefetto Corvonero, attraversare la Sala Grande diretto al mio tavolo. Sapevo benissimo cosa doveva dirmi. «Dan diamine, non puoi lasciare il tuo compagno di stanza fuori! Te l'ho già detto un'infinità di volte» disse con tono scocciato, ma basso. «Ehi amico, rilassati, senti, so che si è liberato un letto in un'altra stanza per il tipo pazzo.. Puoi fare qualcosa?» sorrisi e lui, con fare rassegnato, ricambiò e lasciò la Sala con un "Non cambierai mai, ci vediamo". Assicurandomi di non essere visto mi rivoltai verso la giovane, passandomi una mano sulla fronte, come per dire "scampato pericolo". «..Ma tornando a noi.. dicevamo?» conclusi addentando il frutto.
     
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3 replies since 23/9/2013, 13:52   75 views
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