Are you gonna be my girl?

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  1. Leah.
     
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    Era stata una giornataccia: ero stato chiuso in quella dannatissima casa a "studiare" ed allenarmi perchè mia cugina aveva deciso che dimezzarmi la paga settimanale non bastava. Vero, mi ero fatto bocciare, ma dio se non me ne pentivo: me l'ero spassata con le ragazze di tutta la scuola, cosa volevo di più dalla vita? Ma no, per lei ero costantemente una delusione, un nullafacente. Camminavo per Hogsmeade, senza un'apparente meta, per scaricare la tensione; pian piano cominciavo a scrollare le spalle, sentirmi la testa leggera e in un attimo.. bam! Ero lì tranquillo a fischiettare e a guardarmi intorno per cercare la preda della serata. "Troppo vecchia, troppo grassa... Oh no tesoro, copriti quella faccia" pensavo sconfortato ogni volta che incontravo una ragazza, fino a quando, dopo aver tirato un sospiro, mi trovai davanti ai Tre Manici di Scopa. Entrai senza pensarci troppo e, dopo aver fatto un cenno a Madama Rosmerta, mi accomodai vicino al bancone. Conoscevo bene quella donna, mi aveva visto crescere e combinare danni in giro. Si avvicinò e mi porse una burrobirra con un sorriso, sussurrandomi un «Offre la casa, tesoro». Ricambiai increspando le labbra in un ghigno e con discrezione cominciai a scrutare il locale.
     
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  2. •{Phoebe
     
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    Che razza di giornata dura che avevo passato! Tutto il giorno chiusa a casa a studiare per l'inizio del nuovo anno scolastico, con il mio fratellino che mi stava sempre in mezzo alle scatole e che mi impediva di concentrarmi.
    La cosa peggiore poi, era che non ricordavo assolutamente niente di Storia della Magia. Quest'anno sarà difficile, me lo sento. Ma io punto ad avere ottimi voti ai G.U.F.O., ho idee confuse su cosa farò da grande, ma sicuramente una media alta non guasta. E in più, fa guadagnare qualche punto in più per quanto riguarda l'autostima.
    Fatto sta che non ne potevo più e avevo deciso di andarmi a fare un giro a Hogsmeade, come avrei fatto tutti i fine settimana una volta ricominciata la scuola.
    Mi piaceva quel posto, si respirava un'aria buona.
    Quel giorno avevo deciso di indossare un vestitino bianco, non troppo corto nè attillato, non mi piaceva mettermi in mostra. Avevo optato poi di abbinarci delle scarpe aperte. Volevo godermi gli ultimi giorni di caldo.
    Ah, eccomi arrivata ai Tre Manici di Scopa. Mi andava proprio una burrobirra! E poi volevo andare a salutare Madama Rosmerta, era una donna così gentile e disponibile con tutti gli studenti di Hogwarts!
    Senza guardarmi troppo intorno mi diressi al bancone, salutai la barista con un gran sorriso e mi misi a sedere in un tavolo vuoto sorseggiando la mia bevanda fresca.


    Il vestito è così, però bianco
    Qui


    Edited by miry« - 22/8/2013, 20:37
     
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  3. Leah.
     
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    Qualcuno me l'aveva appena mandata buona: ero lì da neanche tre minuti ed ecco che entra una ragazza meravigliosa. Rimasi incantato da quei ricci dorati che svolazzavano qua e la mentre camminava e da quegli occhi, azzurri come il cielo. La classica bambolina. Era giovane e in qualche modo ricordavo il suo volto; probabilmente frequentava Hogwarts. Ok, avevo trovato il mio passatempo per la serata. Mi alzai dallo sgabello, tirandomi su i jeans e sistemandomi la t-shirt bianca e, dopo essermi scompigliato i capelli, mi avvicinai con la mia burrobirra. Le rimasi accanto qualche secondo con il miglior sorriso che riuscii a plasmare e successivamente indicai con un cenno posto di fronte a lei. «Cosa ci fa un angelo tutto solo?» chiesi, sedendomi, sicuro che in ogni caso non avrebbe rifiutato la mia compagnia.. Insomma, ero fot*******te bellissimo. Il mio sguardo inizialmente si posò sulle sue mani, delicate e affusolate, per poi fissarla insistentemente negli occhi. «Non credo di conoscerti, anche se il tuo viso non mi è nuovo» le porsi la mano «Dan» dissi col mio solito ghigno.
     
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  4. •{Phoebe
     
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    Mmmh, bene bene, un ragazzo decisamente carino mi si stava avvicinando. Sorrisi appena, ma appena aprì bocca la mia espressione mutò. Con la sua frase del cavolo aveva spezzato l'armonia! Possibile che i bei ragazzi debbano rovinare tutto aprendo bocca? Bah.
    Mi spostai una ciocca di capelli dietro l'orecchio nervosamente.
    << Un angelo? Vecchia questa... ritenta, sarai più fortunato >> risposi diffidente.
    I complimenti troppo espliciti non mi erano mai piaciuti, mi han sempre fatta sentire in imbarazzo. Poi, quelli sul mio aspetto mi facevano piacere solo se accompagnati da qualche apprezzamento sul mio carattere.
    Però... però aveva degli occhi veramente strabilianti. Io poi, ho sempre avuto un debole per gli occhi chiari... se poi si trovavano su una faccia da stro**o mi facevano impazzire. Non sono mai riuscita a capire questa mia attrazione masochista, ma era così da sempre. E questo "Dan" aveva entrambi.
    Uhm, la sua faccia mi ricordava qualcosa al di fuori della scuola, ma proprio non riuscivo a capire cosa.
    In ogni modo, abbassai lo sguardo e bevvi un altro sorso della mia burrobirra, ignorando la mano che mi stava tendendo.

    Edited by •{Phoebe - 19/8/2013, 10:34
     
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  5. Leah.
     
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    Era una ragazza diffidente, una di quelle a cui era stato insegnato a non accettare caramelle dagli sconosciuti. Era la classica brava ragazza, ormai ero diventato un esperto, dovevo acquistare la sua fiducia. Ritirai la mano e ricominciai a sorseggiare la mia burrobirra, continuando a mantenere con lei il contatto visivo. «Se non vuoi dirmi il tuo nome, almeno aiutami a scoprire dove ti ho già visto» avvicinai la mano al mento e vi ci appoggiai l'indice e il pollice sopra, improvvisando un'espressione "pensosa" «Frequenti Hogwarts?» chiesi alla ragazza, ricominciando a studiarla. Tra le Corvonero non l'avevo mai incrociata e, beh, me le ero "ripassate" tutte, Serpeverde idem (l'avevo detto che ero fot*******te bellissimo) e Tassorosso solo le più carine e una come lei, non mi sarebbe mai sfuggita, quindi.. «Grifondoro?» continuai, propinando la mia osservazione come un'attenta riflessione in merito alle caratteristiche della giovane. Amavo dare l'impressione del saccente, era più forte di me. Non ero affatto stupido, anzi, se ero tra i Corvonero sicuramente il Cappello Parlante aveva trovato un qualcosa di geniale e brillante in me, ma.. Non volevo impegnarmi in cose che non mi interessavano. Certo, quest'anno mi sarei dovuto spaccare le ossa sui libri - altrimenti me le avrebbe spaccate nelle vacanze mia cugina - però avevo intenzione di fare il minimo indispensabile per un "Accettabile".
     
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  6. •{Phoebe
     
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    Quel ragazzo proprio non demordeva, eh? Vabè, forse si sarebbe rivelato simpatico... anche se la sua superbia mi dava leggermente fastidio. E poi comunque non avrei di certo dovuto sposarmelo o altro, ci stavo solo facendo quattro chiacchere, così tanto per.
    Però... Proprio non capivo se era un problema mio, se avessi una sorta di calamita per i ragazzi troppo convinti, che se la tiravano o se era che tutti i ragazzi consapevoli di avere un bell'aspetto credessero che bastasse solo quello. Chissà.
    In ogni modo mi concentrai sul viso del ragazzo. Le ricordava qualcosa che non c'entrava assolutamente niente con Hogwarts, ma ancora non riuscivo a capire dove l'avevo visto. Ma io sapevo che lui era un Corvonero e che, stranamente, si era fatto bocciare. Le voci correvano e queste cose in un modo o nell'altro si venivano a sapere.
    Feci un altro sorso dal mio bicchiere, ed ecco che avevo finito la Burrobirra. Probabilmente sarei andata a prendermene un'altra tra poco.
    Decisi infine di rispondere alla sua domanda: << Sì, frequento Hogwarts e si, sono una Grifondoro. Nala Light. >>
    Presi a giocherellare col bicchiere vuoto, facendo passare le dita dalla cima fino alla base, per poi compiere il movimento contrario, ripetendo questi movimenti svariate volte. E guardavo la schiuma rimasta sul fondo, divertendomi a vederla muovere mentre spostavo le dita.
    << Tu, invece? >> chiesi poi. In realtà già lo sapevo, ma mi sembrava educato chiedere. Non mi piaceva far cadere silenzi imbarazzanti in una conversazione, anche se forse Dan avrebbe potuto interpretare l'educazione per un interesse implicito. Mh, avevo forse sbagliato?

    Edited by •{Phoebe - 19/8/2013, 21:46
     
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  7. Leah.
     
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    Continuavo a guardarla, studiando piccoli movimenti per continuare ad attirare la sua attenzione: tamburellare le dita sul bicchiere, inclinare quasi impercettibilmente la testa, inumidirmi le labbra.. E sapevo che presto si sarebbe sciolta. «Immaginavo» risposi alla ragazza con un sorriso, per poi voltarmi verso Madama Rosmerta e fargli un cenno verso il tavolo. Quella donna mi conosceva troppo bene e, beh, sapeva benissimo che avevo intenzione di rimorchiare, quindi si affrettò a portare altre due Burrobirre. Ci scambiammo reciprocamente un sorriso, seguito da una sua pacca sulla spalla, poi si allontanò e riposai lo sguardo su Nala, Nala.. "Light, diamine" pensai, nascondendo il brivido che mi aveva attraversato le ossa. Ero cresciuto con dei Mangiamorte, sapevo benissimo che quel cognome poteva significare un bel problema. «Daniel, ma Dan può bastare» mi affrettai a rispondere emulando un sorriso «E questo giro lo offro io». Alzai il bicchiere, come per brindare, e bevvi un sorso. Non volevo perdere la preda, ma se Julia fosse venuta a conoscenza di ciò, beh, non sapevo se sarei riuscito ad arrivare illeso fino all'inizio del nuovo anno scolastico. Ripresi a parlare, per sviare velocemente il discorso; «Allora, cosa ti ha spinto qui, tutta sola?»
     
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  8. •{Phoebe
     
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    Pensava forse di riuscire a fare colpo su di me offrendomi da bere? Non era così facile, ma il gesto era apprezzabile e una Burrobirra non si rifiuta mai. Dopotutto, era stato gentile.
    Non mi aveva detto il cognome, perché? Aveva qualcosa da nascondere? Decisi di non insistere, non avevo una gran voglia di indagare in quel momento, ma appena mi sarebbe stato possibile sarei tornata nell'argomento. Un po' di curiosità non aveva mai ucciso nessuno, no? E quella caratteristica era innata in me, avevo una gran voglia di sapere il perché di tutto. A volte questo mi aveva anche fregata e fatta mettere nei guai, ma vabè.
    << Ok, vada per Dan allora >> dissi accennando un sorriso, poi lo ringraziai per avermi offerto da bere. Iniziai a fare dei sorsi dal nuovo bicchiere e risposi alla sua domanda successiva: << Ero stanca di starmene a casa a studiare >>
    << E poi, volevo un po' di tregua dal mio fratellino di cinque anni... E' proprio una peste! >> aggiunsi in seguito, dopo essermi pulita le labbra dalla schiuma. Pensavo che forse, facendo dei riferimenti alla mia famiglia anche lui avrebbe fatto lo stesso, e io ne avrei saputo di più.
     
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  9. Leah.
     
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    Dovevo mantenere un profilo basso, non potevo rischiare che scoprisse altro su di me. Osservai come i suoi occhi si illuminavano parlando di suo fratello minore e, beh, capii che non avrei mai compreso cosa potesse voler dire essere il "grande" di casa. Non ne soffrivo, la cosa piuttosto mi infastidiva: per i miei genitori ero sempre stato l'ultima ruota del carro, mai una volta, parlando di me, si erano lasciati sfuggire un'espressione di gioia o affetto. Scossi leggermente il capo per levarmi quegli assurdi pensieri dalla testa e tornai a dialogare con lei. «Sembra che sia molto importante per te» bevvi un altro sorso «Come si chiama?». In quel momento ebbi un flash e capii che se avessi continuato in quella direzione, per forza di cose si sarebbe arrivati a domande troppo personali, perciò deviai il discorso con un: «Preoccupata per i G.U.F.O.?». Si, odiavo la scuola, ma in quel momento stavo ringraziando il cielo per il fatto che esistesse.

    Edited by Leah. - 20/8/2013, 23:39
     
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  10. •{Phoebe
     
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    Alla domanda di Daniel su mio fratello guardai in basso e un ampio sorriso si stampò sulla mia faccia. Da quando era nato, la mia vita era piena, riempita. Avevo sempre qualcosa da fare per lui e comunque quando ero a casa, in un modo o nell'altro ce l'avevo sempre fra i piedi. Facevamo tante cose insieme, io gli avevo insegnato molto e lui aveva fatto lo stesso con me, pur nella sua ingenuità ed innocenza di un bimbo di cinque anni.
    Soffrivo un po' per il fatto che i miei genitori avevano deciso di essere più presenti per lui, mentre io avevo trascorso la maggior parte della mia infanzia con nonna Grace, ma avevo capito la loro decisione, ed ero felice che Liam potesse godere della loro presenza più di quanto avevo fatto io.
    Alzai le spalle e gli risposi: << Beh sì, non so cosa farei se lui non ci fosse, anche se a volte è un po' pesante. Si chiama Liam >> E sorrisi nuovamente appena finii di parlare.
    Adesso mi aveva offerto l'occasione di chiedergli di lui su un piatto d'argento! Se non mi avesse risposto, avrei capito che c'era qualcosa che voleva nascondere.
    << E tu invece? Sei figlio unico? >> Non so dire bene come, ma mi dava l'impressione che fosse così.
    Bevvi un altro sorso di Burrobirra e mi sistemai nuovamente i capelli con una mano. Era più forte di me, avevo questa specie di ossessione per cui i capelli non dovevano starmi davanti alla faccia.
    Ahia, la sua ultima domanda mi fece ripensare alla scuola. Non era che non mi piacesse studiare o mi facesse fatica, era che avevo quasi paura di tornare in quella routine "Hogwartsiana". Sarebbe stata dura, e non solo per lo studio.
    << Preoccupata? Non troppo... però so che dovrò lavorare duro quest'anno. Voglio avere dei bei risultati >>
    Non gli domandai cosa ne pensasse, sapevo che era stato bocciato e non mi andava di infierire.
     
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  11. Leah.
     
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    Si, quel Liam doveva davvero essere il fulcro della sua vita. Era interessante vedere come immediatamente si addolciva; emanava come un'aura positiva.. Quasi troppo per me. Sapevo che era "pericolosa" per me e per gli eventi che coinvolgevano il nome della mia famiglia, ma c'era qualcosa in lei che mi attirava: come un insetto che, in prossimità di una pianta carnivora, si rende conto che quel nettare è tanto prelibato quanto letale e lei, oh si, aveva un meraviglioso fiore. Dovevo trovare il modo di averla senza farmi del male. Annuii, come risposta alla sua domanda, senza sprecare altre parole sul mio conto e continuai: «Secondo me, non ti godi abbastanza la vita». Bevvi velocemente per riprendere il discorso con un sorriso. «Non fraintendere, con questo non intendo dire che sei la tipica secchiona» e in quel momento, nella mia testa, mi affrettai ad aggiungere: "Anzi, magari fossero tutte come te", «Ma.. E' come se vivessi la scuola come.. una grande sofferenza, sbaglio?». Si, stavo adottando la strategia del "sarò la tua spalla su cui piangere": alle donne piace sentirsi comprese. «Qual'è il problema, Nala?» chiesi emulando uno sguardo preoccupato e nello stesso tempo molto interessato.
     
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  12. •{Phoebe
     
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    Il fatto che non rispose esaurientemente alla mia domanda, ma con un semplice cenno mi fece capire che i miei sospetti erano fondati: aveva decisamente qualcosa da nascondere. Decisi di lasciar perdere, almeno per ora, ma appena si sarebbe ripresentata l'occasione sarei ripartita all'attacco.
    Ripresi a sorseggiare la Burrobirra, che mi andò di traverso alla sua... insinuazione? Cosa mi ero persa? Come eravamo arrivati alla parte in cui lui mi psicoanalizzava? Che poi, non era nemmeno bravo, stava prendendo un granchio e pure bello grosso.
    Tossì un po', poi deglutii e mi apprestai a rispondergli.
    << No, no. Ti stai facendo proprio un'idea sbagliata di me! >> mi scappò una risata. Se c'era qualcosa che non ero e non sarei mai stata era una secchiona. Mi piaceva studiare, imparare cose nuove, ma la mia vita non ruotava intorno a quello e c'erano parecchie nozioni che rimanevano superficiali o comunque con lacune. Di certo non ero come Hermione Granger! Parecchie volte mi sono ritrovata a chiedermi come tutte quelle cose le rimanessero in testa, sapeva davvero di tutto!
    Il mio problema a Hogwarts? Non avevo problemi, io. Era solo la routine che mi infastidiva, avere tutta la giornata organizzata... giusto? Sì, certo, era così. Però in un certo senso rendeva tutto più tranquillo. Ma non c'era altro, no? Cos'altro avrebbe dovuto preoccuparmi?
    << Non ho nessun problema! >> esclamai, sorridendo. << E' solo la routine che non mi piace tanto... credo >>
    Non so perché avevo aggiunto quel credo, e sapevo che Daniel non me l'avrebbe lasciato passare. Sbuffai appena, girai appena il bicchiere, come a volerne mischiare il contenuto e bevvi l'ultimo sorso.
     
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  13. Leah.
     
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    Ecco quello che stavo aspettando: quel piccolo, insignificante "credo". Anche lei aveva qualcosa da nascondere e, per riuscire a concludere qualcosa, avrei dovuto scoprirlo. Si, l'avevo imparato quella volta in cui rischiai di portarmi a letto una ragazza affetta da licantropia e, no, non è stato divertente. Un brivido mi ricordò che mi ero assorto nei miei pensieri per troppo a lungo, così finii la burrobirra e ripresi a indagare. «C'è qualcuno che ti infastidisce? Studente..? Professore che ti odia..?» e continuai a proporre domande di questo tipo, sfociando spesso in cose divertenti come «La tua compagna di stanza che russa..?» o «L'odore di Gazza..?» per cercare di strapparle un sorriso. Solo alla fine mi resi conto di aver tralasciato un'opzione importante: «Ci sono!» esclamai «Una vecchia fiamma che ti fa ancora penare, sbaglio?» finii la domanda con un ghigno da vincitore e aspettai la reazione di Nala.
     
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  14. •{Phoebe
     
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    Ecco, lo sapevo. Perché diamine mi ero fatta scappare quel credo? Alzai gli occhi al cielo, ecco che la psicanalisi continuava.
    Alla sua battuta su Gazza scoppiai in una fragorosa risata: era vero che quell'uomo non emanava un odore particolarmente gradevole, anzi. E poi dava l'impressione di essere sporco tutti i giorni dell'anno. Uh, e la sua gatta aveva qualcosa di inquietante nello sguardo.
    << Guarda che l'odore di Gazza è un notevole problema! >> ribattei ridendo. Daniel non era male, era un ragazzo simpatico.
    E poi eccolo, il domandone da mille galeoni: "Una tua vecchia fiamma che ti fa ancora penare?". Rimasi interdetta per qualche secondo, poi scossi la testa. Vecchia fiamma... non è che ne avessi avute molte, anzi, dopo varie cottarelle dal secondo anno in poi, Draco era stato il mio primo vero ragazzo. Ma non era affatto considerabile un problema, era acqua passata. Beh sì, il suo atteggiamento mi infastidiva, ma non tanto da definirlo "un problema".
    Improvvisamente, il lampo di genio: << Credo che mi mancherà la mia famiglia, più che altro >> risposi infine. Non era del tutto vero, sì, mi sarebbe mancata, ma nemmeno tanto. Li avrei sentiti spesso con le lettere e sarei andata a trovarli durante le vacanze, e poi mi piaceva dimostrare di sapermela cavare anche senza loro. Probabilmente quello che mi sarebbe mancato di più sarebbe stato Liam.
    << A te non capita? >> continuai poi. Era arrivato il momento! Eravamo tornati a parlare di lui, della sua famiglia. Sorrisi gongolante, guardandolo negli occhi e aspettando una sua risposta.
     
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  15. Leah.
     
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    Non ero l'unico a nascondere una parte di me, ma la povera piccola, e dannatamente bellissima, Nala non sapeva ancora quanto fossi abituato e bravo a farlo: potevo estrapolarle qualsiasi cosa, ero come l'acqua in questi casi; sapevo aspettare il momento giusto. Avevo notato come aveva reagito al "vecchia fiamma", non ci sarei cascato: tra l'altro tornò nuovamente a parlare sulla sua famiglia e si sa che quando qualcuno vuole tenersi qualcosa per se, va sempre a parare su cose che gli stanno a cuore o su cui è ferrato. «Hogwarts è la mia famiglia e la mia casa» risposi semplicemente con un grandissimo sorriso, quasi a voler dire "Mi dispiace tesoro, ti ho fregata", poi ripresi il discorso, tamburellando le dita della mano destra sull'avambraccio opposto «E comunque.. Non dirmi che te la sei fatta con Potter..!» inclinai la testa con lo sguardo preoccupato «Insomma.. Puoi dire tutto di lui, ma..» improvvisai una smorfia che rendesse ciò che volevo dire: non era gradevole alla vista. Non lo odiavo, non mi importava un granchè di lui (o semplicemente non volevo, e potevo, immischiarmi nei suoi affari), ma mi irritava come le ragazzine si sciogliessero per quel.. Come definirlo? Niente muscoli, faccia da tonto.. Occhiali! Non mi sarei mai portato a letto una rachitica occhialuta e sfigata solo perchè popolare, avanti.
     
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19 replies since 18/8/2013, 18:40   306 views
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